Il comune MAGENTA fa parte del dipartimento MARNE nella regione CHAMPAGNE ARDENNE. Esso copre 97 ettari ha un’altitudine di 69 metri. Poco fuori la Forêt de Reims sulla strada che collega Riems a Epernay è il punto panoramico più bello (infatti denominato ‘belvedere’) sull’intera La Vallée de la Marne.
L’Histoire Ai piedi degli ultimi contrafforti de la Montagne de Reims, vicino a Epernay c’era un villaggio denominato “Dizy”. Verso il 1850 sorse qualche casa tra il ponte sul canale di Dizy e quello sul fiume Marna. Nel 1859 il Consiglio municipale di Dizy decise che era opportuno dare un nome a questa frazione del Capoluogo e si rivolse al “Grande e magnanimo Principe che con tanta abilità governa la Francia” per ottenere di poter ricordare nel nome del nuovo villaggio “la grande vittoria ottenuta dalle truppe di Mac Mahon del giugno 1859”. La richiesta fu accettata e da allora il villaggio si chiamò Dizy-Magenta. Bisogna giungere fino al 1965 per la separazione definitiva in due comuni di Dizy e Magenta, intanto cresciuti in estensione e, ovviamente, in abitanti. Questo comune è dunque legato con un doppio filo (rosso magenta) con la nostra città, ed è per questo che siamo particolarmente felici di questo primo gemellaggio (oltre quello carissimo con Stazzema). Contenti che gli auspici che formulammo oltre un decennio fa, in occasione di una nostra visita alla Ville de Magenta,vengano concretamente realizzati dalla municipalità con la formale sottoscrizione di un patto di gemellaggio e ancor più felici perché prima ancora delle targhe e delle declamazioni di rito, due realtà come la nostra ‘Banda Civica’ e la ‘Musique Muncipale de Magenta et l’Harmonie des Chemins de Fer d’Epernay’ ribadiscono, per parte loro, uno stretto legame di amicizia già sancito in occasione della visita che ‘la Vegia’ ha fatto (tra epiche bevute di champagne) alla Ville de Magenta. I gemellaggi tra città dell’Europa sono infatti ritenuti, cominciando proprio dall’Unione Europea, un veicolo importantissimo del sentimento di appartenenza ad una comunità. Le politiche europee, storicamente dirette alla crescita economica e allo sviluppo del mercato interno, sono state, nel corso degli anni, ampliate anche a settori socio-culturali. Tali scelte, miranti ad una partecipazione attiva della cittadinanza, sostengono i processi d’integrazione basati sulla crescita dell’identità culturale e non solo economica. Questi aspetti, benché presi in considerazione nel quadro di altre azioni dell’Unione, fino al 1993 non erano infatti espressamente oggetto di una politica particolare. Solo dopo l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht, il 1° novembre 1993, l’Unione europea ha iniziato ad avviare azioni culturali con l’obiettivo di partecipare “allo sviluppo delle culture dei diversi Stati membri” (articolo 3 del Trattato che istituisce la Comunità europea). L’Unione europea favorisce le azioni di cooperazione fra gli operatori culturali dei diversi Stati membri ovvero completa le loro iniziative, ma non impone ai suoi membri di armonizzare le rispettive politiche culturali. L’azione della Comunità riguarda quattro settori: il miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e della storia europea, la conservazione e la tutela del patrimonio culturale d’importanza europea, gli scambi culturali non commerciali, la creazione artistica e letteraria, anche nel settore audiovisivo. In questo quadro il gemellaggio fra città europee è caratterizzato da un vasto coinvolgimento dei cittadini e può quindi fornire un importante contributo allo sviluppo della coscienza e della conoscenza dei diritti relativi alla cittadinanza europea . A tal fine, la Commissione europea concede sovvenzioni ad azioni di gemellaggio che comprendono programmi educativi su aspetti europei attuali e devono contribuire a sviluppare la consapevolezza dell’appartenenza europea, a creare e rafforzare legami e rapporti di cooperazione tra gli enti locali, a stimolare il dialogo tra i cittadini dell’Unione europea, a promuovere l’idea del gemellaggio tra città e a far conoscere quanto di meglio si fa in Europa in questo campo.