Il 25 maggio di sessanta anni fa, finalmente, giungeva il tanto sospirato decreto di concessione del titolo di Città per Magenta. Nel 1920 era stata inoltrata al Ministero dell’Interno la domanda tesa ad ottenere il titolo. In data 10 gennaio 1921 il Sottoprefetto di Abbiategrasso avvertì la Municipalità che la domanda avrebbe dovuto essere confermata dal Consiglio Comunale e corredata da una particolare documentazione. Il Consiglio Comunale, nella seduta del 29 gennaio 1921 deliberò in merito, ma la cosa non andò oltre. La Municipalità ritentò negli anni trenta, ma anche in quella occasione la domanda non sortì alcun risultato Carlo Fontana, popolarmente conosciuto come “Carlurin”, eletto primo Sindaco dopo la Liberazione, con caparbietà, insistette e il riconoscimento arrivò. È superfluo sottolineare che non si trattò di un semplice “cambio” di qualifica, ma l’ottenimento del titolo consentì a Magenta di operare per il suo sviluppo ottenendo benefici che altrimenti sarebbero stati assolutamente preclusi. MAGENTA CITTA’ COMPIE 60 ANNI I grandi festeggiamenti di MAGENTA CITTÀ ebbero luogo il 28 settembre del 1947. Il Decreto a firma dell’allora Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola e del Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, così recita: “Il Capo provvisorio dello Stato veduta la domanda del Sindaco di Magenta diretta ad ottenere la concessione del titolo di Città; veduto il rapporto informativo del Prefetto di Milano; veduto l’Art. 32 del vigente Ordinamento dello stato nobiliare italiano, approvato con R.D. 7-6-1943, n. 651, sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri DECRETA è concesso al comune di Magenta il titolo di Città. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è incaricato dell’esecuzione del presente decreto, che sarà registrato alla Corte dei Conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e dell’Archivio di Stato di Roma.” Dato a Roma, addì 25 maggio 1947. Firmato De Nicola Controfirmato De Gasperì
“Magentini. Noi abbiamo l’orgoglio di affermare che l’evento che noi oggi celebriamo e festeggiamo è un evento storico. Magenta è stata proclamata Città. Il prof. Gentile Pagani, direttore dell’Archivio Storico di Milano, in alcune note nelle quali metteva in rilievo l’importanza di Magenta nella vita economica e politica-amministrativa del nostro Paese, si augurava, nel 1904, che sorgesse uno storico il quale preparasse una monografia magentina “degna della celebrità di un luogo assai più illustre di tanti altri già onorati di non brevi scritti, mentre di essi c’era ben poco da scrivere”. Ecco, noi, pur essendo attaccati a questa nostra amata terra, non vogliamo peccare di presunzione, né con campanilistico orgoglio, vantarla sopra le altre, questo però ci sentiamo di affermare con sicura coscienza: l’onore del conferimento del titolo di Città, da noi richiesto, Magenta se lo merita. Essa è ben degna. Che cosa dice la Legge del 5 luglio 1896, n. 314? “Hanno diritto a tale titolo i Comuni insigni per ricordi e monumenti storici, con popolazione agglomerata nel Capoluogo non minore di diecimila abitanti e che abbiano convenientemente provveduto ad ogni pubblico servizio ed in particolare modo assistenza, istruzione, beneficenza”. Magenta, che nel 1512 contava 1400 abitanti e nel 1649 ne contava 2753, ora è salita a 16 mila ed è in continuo sviluppo. Magenta va orgogliosa dei suoi operai e dei suoi industriali. Dei suoi operai, la cui laboriosità e senso del dovere sono ben noti anche fuori della nostra cerchia; dei suoi agricoltori che seppero far prosperare (in quelle terre che noi ancora chiamiamo vigne a ricordo dei floridi vigneti che davano il buon vino di Magenta e purtroppo distrutti dalla peronospora) tutte le colture, dal frumento al riso, ed eccellere nella coltura del baco da seta; dei suoi industriali che a cominciare da Giacomo De Medici, che nel 1871 iniziò quella fabbrica di fiammiferi ora trasformatasi in uno dei più grandi stabilimenti della S.A.F.F.A. e via via alla SNIA Viscosa ed a tutti gli altri che diedero vita a ben 15 fiorenti industrie impieganti circa 8 mila lavoratori. Magenta fu tra i primi centri della zona ad essere dotata di servizi pubblici moderni: gas, elettricità, acqua potabile. Magenta va orgogliosa delle sue istituzioni scolastiche di ogni grado, dalle elementari, che qui hanno direzione di circolo, alle scuole di avviamento professionale, alla media unica a cui si aggiunge, ora, l’Istituto Superiore Agrario, senza contare l’Istituto delle Canossiane a corsi completi, dall’asilo alla media. Magenta va soprattutto orgogliosa delle sue istituzioni benefiche che ricordano i nomi di munifiche persone che qui è doveroso ricordare: il Giacobbe, il Fornaroli, il Brocca ed altri, ma alle quali sempre contribuì tutto il popolo con generoso entusiasmo. L’opera di assistenza iniziata dall’antica Congregazione di Carità, continua ora con forme più consone ai tempi che, giustamente, considerano l’assistenza un dovere sociale. bbiamo un Ospedale di Circolo ben attrezzato e diretto da personalità della scienza medica, due asili nel capoluogo e due nelle frazioni. L’organizzazione dell’Ente Comunale di Assistenza, il cui bilancio si aggira sui 5 milioni di lire, dimostra la vastità dell’opera assistenziale. Magentini, io vi ho tracciato in rapidissima sintesi le ragioni storiche, economiche e sociali che documentano il nostro diritto al titolo onorifico di Città. Ma se noi ci fermassimo a questo punto non saremmo degni dell’onore fattoci. Noi dobbiamo proseguire: Magenta deve avere il suo piano regolatore, il suo risanamento edilizio, la sua circonvallazione. Deve risolvere l’annoso problema delle comunicazioni con Milano abolendo l’antidiluviano “Gamba de legn” che massacra i nostri lavoratori che si recano fuori per ragioni di lavoro. Deve costruire le case per il popolo e tutto ciò che serve ai bisogni del vivere civile. E, soprattutto, deve pensare ai suoi vecchi che devono trascorrere in serenità gli ultimi anni della vita. Dopo la triste parentesi noi abbiamo cercato di fare quanto era umanamente possibile in questi tempi; l’hanno fatto quelli che ci hanno preceduti, i cari amici Nyiszli e Fornaroli a cui ci onoriamo di offrire in questa occasione solenne la cittadinanza onoraria. Ma il compito è grave e il lavoro immenso e nulla potremo fare senza il concorso di tutti quanti rappresentano una forza viva della nostra Magenta. Noi passiamo, Magenta rimane. E come i colori dell’iride ricomponendosi danno la bianca luce, così noi, tutti insieme, diamo la luce unica per la nostra terra. Operai, contadini, industriali, lavoratori tutti del braccio e della mente che costituite le forze eternamente vive, date, date tutti il vostro contributo di opere e di mezzi affinché Magenta sia all’avanguardia tra le civiltà sorelle in un’Italia redenta e rinnovata. Viva Magenta.